Strambino (TO) : Castello

Strambino 2

Storia del sito:
Sul significato del nome “Strambino” vi sono due ipotesi contrastanti:- la prima, che appare come la meno probabile, fa derivare il nome Strambino da «Strannin-bini» (due paesi), ma non è possibile provare l’esistenza, in epoca imprecisata, di due paesi successivamente riunitisi;- la seconda fa derivare il nome da «extra ambitum», intendendo ambitus nel significato proprio di “cerchia di mura”, se non anche di “giurisdizione”. Una conferma di tale ipotesi ci è data da un documento della fine del XIV secolo, in cui il luogo di Strambino è indicato col nome di “Extrambino”.
L’area di Strambino fu certamente colonizzata in età romana, come si evidenzia dalle tracce di centuriazione risalenti all’epoca repubblicana; tuttavia la prima citazione documentaria risale alla fine del X secolo: infatti in un documento del 996 in cui Ugo Marchese di Toscana dona al Vescovo di Vercelli il castello di Caresana con le attinenze, compare fra i testimoni un Giselfredus de Strambino. Tutto ciò fa pensare che prima del Mille il luogo di Strambino fosse di ben poca importanza e che la sua storia si intrecciasse con quella della vicina città di Ivrea. Dopo questa citazione non esiste né nei documenti né nei trattati di storia del Canavese, alcun accenno a Strambino fino agli inizi del XII secolo.
Di un ‘castrum Strambini’ non si ha notizia che dal XII secolo, quando dipendeva molto probabilmente dall’alta signoria del vescovo d’Ivrea. Il primo affermarsi di Strambino come comune va collocato probabilmente agli inizi del XIII secolo, quando avvenne il passaggio dalla dominazione vescovile a quella dei Conti San Martino e dei Valperga di Masino. Sappiamo infatti da un documento del 1279, in cui si procedeva alla regolamentazione dei confini con Romano, che Strambino era già in quel tempo Comune. Dalla fine del XIII secolo, durante le lotte tra Guelfi e Ghibellini, che si sono protratte per circa tre secoli, Strambino fu più volte saccheggiata ed una volta completamente incendiata e distrutta: solo il Castello seppe opporre resistenza. Nel XVI secolo nelle terre piemontesi si scontrarono a più riprese le armate francesi e spagnole con gravi danni per le popolazioni. Il feudo di Strambino ed il relativo vassallaggio verso i Savoia continuarono ad esistere fino al 1797, anno a partire dal quale i Conti San Martino divennero proprietari allodiali  del castello e dei terreni circostanti.

Descrizione del sito:
È un imponente complesso costituito da diversi corpi di fabbrica: il “castello arduinico” (XI sec.), il “castello gotico” (XIV sec.) e le dimore signorili del XVII secolo.
Del “castello arduinico” restano le imponenti e suggestive rovine di un fabbricato a pianta rettangolare difeso esternamento nel lato meridionale da tre torri, di cui quella centrale a pianta circolare, modificata nei secoli successivi, è ora alta 18 metri, presenta finestre impreziosite da cornici in cotto ed è conclusa da un coronamento di merli ghibellini parzialmente chiusi e coperti che deliminano sei aperture.
Il secondo corpo di fabbrica, databile all’inizio del XV secolo, è definito tradizionalmente “castello gotico” e sorge a sud del castello antico. La facciata meridionale è intonacata e adornata, sulle eleganti finestre ogivali e al marcapiano, da fregi in cotto, a decorazione di tipo vegetale e geometrico. All’interno del castello gotico il salone al secondo piano ha le pareti decorate a rombi bianchi e neri; il salone al terzo piano aveva originariamente un soffitto cassettonato in legno, dipinto con immagini di cavalieri, dame, prelati, giovani, stemmi e animali che all’inizio del ‘900 fu trasportato su richiesta di Alfredo D’Andrade nel castello di Pavone: operazione che garantì la conservazione della singolare opera, in cui ogni cassettone «contiene una testa coi costumi del tempo» (Boggio).
Accanto al castello gotico è situata la semplice Chiesa di San Michele, di antiche origini: l’edificio sacro ebbe funzione di coparrocchiale, prima unitamente all’ex chiesa di San Solutore e in seguito con la nuova Parrocchiale.
Nel XVII secolo i conti San Martino di Strambino costruirono, a sud del castello gotico e sugli spalti dell’antica fortezza, tre Palazzi Signorili con parchi e giardini. Le semplici facciate sono arricchite da affreschi che incorniciano le aperture.

Informazioni:
Tra via Conti di San Martino e via Villanova. Adibito a bed & breakfast.  Tel. 0125 637500

Link:
http://www.comune.strambino.to.it

Bibliografia:
RAMELLA P., Strambino : dalle origini al Medioevo : ambiente naturale, colture agrarie, mondo animale, insediamenti umani, dal neolitico, il territorio, vie di comunicazione, popolazione, attivita umane, i beni materiali, guerre, Tuchinagium, castelli, chiese, arte, storia, la chiesa, i signori, la comunita, gli statuti, il catasto, Comune di Strambino e Centro studi canavesani Ivrea, 1999
RAMELLA P., Uomini e paesi nell’anfiteatro morenico di Ivrea : l’area di Strambino, Associazione Amici museo del Canavese, Ivrea, c1980
RONCHETTI S., Cinque lustri di cronaca (1978-2003) con oltre un secolo di storia : Strambino, Romano, Scarmagno, Mercenasco, Tip. Valdostana, Aosta 2003

Fonti:
Notizie e fotografia in alto e n° 2 tratte dal sito del Comune.
Disegno dal sito: http://www.francescocorni.com/
Fotografia 4 da http://www.anfiteatromorenico.it/index.php/castello-di-strambino.html

Data compilazione scheda:
28 luglio 2010 -aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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