Favria (TO) : Chiesa di San Pietro Vecchio o del Cimitero, ora San Grato

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Storia del sito:
Nei secoli X – XI sorse una cappella campestre, ad unica navata; di essa rimangono la parte inferiore del campanile, che fu in seguito innalzato, e l’abside romanico che oggi è nascosto alla vista esterna dai locali della sacrestia e della camera mortuaria del cimitero. Un successivo ampliamento portò l’edificio ad assumere una struttura a tre navate e le consentì di fungere da chiesa parrocchiale. In un documento del 1329 redatto in occasione di una visita pastorale, viene citata come chiesa di San Pietro del “Peza” (nome che aveva la località in cui essa è sita), dipendente dalla dicesi di Ivrea. Alcuni frammenti di affreschi romanici emersi sotto le pitture quattrocentesche dell’abside testimoniano come la chiesa, nel XIII- XIV secolo, dovesse essere già ricca di affreschi che furono coperti da altri eseguiti nel XV secolo nell’abside e nella cappella della Madonna delle Grazie.

Descrizione del sito:
L’assetto architettonico attuale della chiesa, vista di fronte, deriva dai lavori eseguiti nel XVIII secolo, quando venne costruito, in mattoni a vista, il pronao a tre fornici sormontato da un elegante frontone, al centro del quale è posto un ovale che ospitava un dipinto ora non più visibile.
Nel catino absidale sono emersi frammenti di AFFRESCHI del XIII- XIV secolo: parti di una figura umana avente caratteri riconducibili alla pittura romanica (occhi dilatati, pomelli rossi sulle guance, ecc.). Forse risale allo stesso periodo anche il frammento di affresco, raffigurante una singolare figura demoniaca quadricefala, ora visibile solo nel sottotetto, sopra le coperture delle navate. Il dipinto probabilmente continuava sulla sinistra e verso il basso ed è andato perduto quando vennero abbassate le coperture delle navate, quindi non si sa quale fosse il soggetto raffigurato.
Gli affreschi dell’abside, riportati alla luce e restaurati nel 1999, recano la data di esecuzione: 1432. Raffigurano, secondo un’iconografia ancora assai diffusa all’epoca, un maestoso Cristo pantocratore, posto in una mandorla che occupa il catino dell’abside assieme ai simboli dei quattro evangelisti (il così detto Tetramorfo) e a cartigli in caratteri gotici nei quali si legge l’incipit dei quattro Vangeli. Nella fascia sottostante è rappresentata, in abiti suntuosi, la teoria degli Apostoli, riconoscibili attraverso i loro simboli usuali e le iscrizioni poste vicine alla loro testa. Tra gli apostoli Simone e Mattia è dipinto lo stemma araldico (con leone rampante) della famiglia committente locale: i Cortina di Favria. L’attribuzione non è concorde (forse “Pseudo Domenico della Marca d’Ancona”).
Nella navata destra, sopra il piccolo altare marmoreo della “cappella della Madonna delle Grazie”, protetto da una vetrinetta, è posto l’affresco più importate della chiesa; esso raffigura una “Adorazione del Bambino e Santi Vescovi”. Le mutilazioni apportate all’affresco ed i rimaneggiamenti compiuti quando venne costruito l’altare spostando più in alto la figura del Bambino, non impediscono di riconoscere in esso una copia piuttosto pregevole dell’ “Adorazione” eseguita nella vicina città di Rivarolo da Martino Spanzotti verso il 1485. Nella stessa cappella troviamo altri affreschi: una sant’Anna Metterza (cioè la raffigurazione di sant’Anna, la Vergine e il Bambino); poco più in basso è venuta recentemente alla luce, sotto lo scialbo che la ricopriva, una “prova d’autore” con il volto di sant’Anna. Sulla parete destra, le figure di san Michele e di san Pietro. Poco distante, sulla stessa parete destra, si trova un’altra coppia di santi, san Biagio e san Rocco. Si tratta verosimilmente di affreschi eseguiti ancora nell’ultima decade del XV secolo o agli inizi del secolo seguente, dallo stesso valente pittore di scuola spanzottiana (autore di un’altra notevole Adorazione, nel santuario di Monte Stella a Ivrea). È infine da segnalare un altro affresco riportato alla luce nel 2006 sul pilastro tra la navata centrale e la navatella di destra. Si tratta di una “Pietà”, dipinta con un linguaggio marcatamente nordico, che si fa ammirare per la drammaticità dei volti della Madonna e del Cristo. Il nuovo ritrovamento, che va ad aumentare l’interesse artistico di questa modesta chiesa cimiteriale, non è ancora stato accuratamente studiato e nessuna ipotesi, allo stato attuale, può esser fatta sul suo autore.

Informazioni:
Tel. 0124 34586; email: info@comitatosangrato.org

Links:
www.comitatosangrato.org

http://www.comune.favria.to.it/ComSchedaTem.asp?Id=2423

wikipedia

Bibliografia:
MORETTO A., “Indagine aperta sugli affreschi del Canavese”, Stabilimento tipo-litpgrafico G. Richard, Saluzzo, 1973, pag 170-172
FERRERO F.G.; Formica E., “Arte medievale nel Canavese”, Priuli & Verlucca Editori, 2003, pag 158-160

Fonti:
Fotografie 1, 2, 3 dal sito del Comune; foto 4, 5 dal sito www.comitatosangrato.org

Data compilazione scheda:
24 ottobre 2011 – aggiornam. giugno 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

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