Castelnuovo Nigra (TO) : Castello di San Martino a Villa Castelnuovo e il “Ciclo dei Prodi”

castelnuovo_nigra_aff1

Storia del sito:
La denominazione di Castelnuovo Nigra è legata a Costantino Nigra, diplomatico, statista, scrittore e poeta, che qui nacque nel 1828. Il comune è costituito da due distinti centri urbani: Villa Castelnuovo e Sale Castelnuovo. Villa sorge sulle pendici del Bric Filia alto 680 m; di origine pre-romana, deve l’attuale nome, assunto nel XIII secolo, al castello ricostruito dalla famiglia San Martino.
Nell’anno 1120 Guglielmo I di San Martino acquisì il titolo di conte di San Martino e Castelnuovo. II figlio Guala, divenne conte di San Martino Castelnuovo, Loranzè, valle di Bairo e Salto, nel 1202 acquistò il diritto della decima di Castelnuovo. Pertanto, dai pochi elementi conosciuti, si può affermare che il castello può essere datato a questo periodo. L’edificio fu costruito nella zona in cui erano già preesistenti i resti di un’antichissima fortificazione o torre di segnalazione, di cui si individuano ancora tracce sulle fondamenta, e per questo alla nuova costruzione venne assegnato il nome bene augurante di Castelnuovo.
Il castello fu coinvolto nella rivolta del Turchinaggio tra il 1386 e il 1391, ma non si hanno dati precisi.
Uberto, figlio secondogenito di Pietro di San Martino e Castelnuovo, divenne capostipite della nuova dinastia dei San Martino di Castelnuovo ricevendone investitura nel 1408. Dopo la morte di Giovanni (figlio di Uberto), con un documento datato 1485, il castello venne diviso tra i suoi due figli Bernardino e Gio Maria. Nella metà del 1500, durante le lunghe guerre franco-spagnole di Francesco I e di Carlo V, il castello affrancato agli spagnoli, venne posto sotto assedio dalle truppe francesi che lo occuparono, ma dopo soli 15 giorni venne nuovamente riconquistato dagli spagnoli, che riuscirono a conservarlo in loro possesso nonostante ulteriori tentativi di assedio. Tali azioni di guerra procurarono grave danno alla struttura dell’edificio principale del castello, tanto da costringere il proprietario conte Pompeo I di Castelnuovo, nell’anno 1611, ad acquistare un palazzo in Castellamonte e ivi trasferirsi con la famiglia poiché il castello di Castelnuovo risultava ormai poco confortevole. A questo punto si perdono le tracce del castello nella storia ed esso rimase affidato ai mezzadri e al contado del Signore che continuavano ad abitarlo e coltivare le terre intorno. È certo che ancora agli albori del XX secolo una parte di esso era ancora abitabile sebbene in condizioni di estremo disagio.
Parte del castello e una buona porzione dei terreni intorno vennero acquistati da Ludovico Nigra, padre di Costantino, cerusico, che riattò una parte dell’edificio più piccolo del vecchio rudere. Nelle vicinanze venne poi costruita la Villa, mentre il castello abbandonato andò in rovina.

Nel 1980 venne casualmente scoperto, per la caduta dell’intonacatura sovrapposta nei secoli successivi, il cosiddetto “ciclo dei Prodi di Villa Castelnuovo”, un affresco databile verso il secondo quarto del XV secolo, che era nei ruderi di quella che doveva essere la sala di rappresentanza del castello. A causa della condizioni di degrado dell’edificio, per salvaguardare l’opera, nel 2004-2005, i dipinti che compongono il ciclo furono staccati, trasportati su pannello e restaurati; essi vengono ora conservati presso il Museo Archeologico del Canavese.

Descrizione del sito:
IL CASTELLO. I ruderi si possono osservare dal sagrato della chiesa dedicata all’Assunta. La chiesa stessa certamente era inclusa nelle mura del piccolo maniero e nonostante i molti riattamenti subiti nel tempo, si possono osservare ancora tracce dello stile originale romanico. Alle spalle della chiesetta vi è l’antico portone dell’ingresso al castello, attualmente murato, e la spianata costruita sul contrafforte che era la lizza, tutto ora invaso dalla fitta vegetazione.
castelnuovo_piantinaDal documento del 1485 si sa che il castello era costituito da due edifici separati, il primo di modeste dimensioni era a lato dell’ingresso e comprendeva le stalle e locali per le normali attività della vita quotidiana, mentre nei piani superiori trovavano abitazione i difensori del castello, la servitù e forestieri. Due cortili di ridotte dimensioni separavano l’edificio principale, tutto circondato da cinta con mura merlate. Un altro cortile di dimensioni più grandi era posto sul lato nord-est e spaziava fino all’area dove oggi sorge la Villa. Era il cortile principale e lo troviamo denominato nel documento del 1485 come il cortile del pozzo perché al centro di esso era collocato un pozzo di rilevanti dimensioni. L’edificio principale era costituito da diverse sale e dalle camere, queste ultime poste a ponente e arricchite da un impianto balconata diposto a lobbie, secondo l’architettura tipica canavesana. Si ritiene che queste lobbie siano state aggiunte in un tempo successivo alla costruzione del castello, datandole al tardo `500, costruite forse per rimediare i danni prodotti dagli assedi. Le sale erano molto ampie e finemente affrescate con decorazioni medioevali e riscaldate da grandi camini. Una grande scala a chiocciola costruita di mattoni e pietre collegava i vari piani dai sotterranei al sottotetto ed era dotata di soffitto arcuato e appariva decorata sulle pareti.
Dell’antico edificio esistono oggi vaghe tracce: privo di tetto, colmo di macerie e con mura pericolanti, è infestato da arbusti e piante. Esistevano i sotterranei, utilizzati in parte ancora durante la seconda guerra mondiale come rifugio e nascondiglio.
A ponente, distaccato di una decina di metri dal castello e ad esso collegato da un passaggio sotterraneo, sorge il mastio, ora diroccato.

GLI AFFRESCHI di Villa Castelnuovo, costituiscono un’importante testimonianza di quella cultura cavalleresca che ancora verso la metà del XV secolo doveva essere assai viva presso le corti piemontesi. Il tema dell’affresco è tra quelli più cari alla cultura cortese del tempo: si tratta delle raffigurazione dei nove Prodi, cioè di eroi – tre pagani, tre ebrei, tre cristiani – attinti dalla tradizione letteraria antica. È dunque lo stesso soggetto iconografico trattato (con una ben maggiore consapevolezza del raffinato linguaggio stilistico del gotico internazionale) nel castello della Manta nei pressi di Saluzzo.
Gli eroi antichi sono ritratti a grandezza naturale, come cavalieri che hanno appena vestito l’armatura e sono pronti al combattimento. Quel che rimane dell’affresco recuperato mostra in maniera pressoché integrale quattro dei nove Prodi: si tratta di Giuda Maccabeo, re Davide e Giulio Cesare e un quarto eroe di cui non si è conservato il cartiglio, ma che può forse essere identificato (per le tre corone che compaiono sul suo scudo) con re Artù. Di un quinto e di un sesto personaggio sono visibili solo parti delle armature e dello scudo: uno porta l’emblema del sole (cosa che potrebbe far pensare che si tratti di Giosuè), l’altro quello delle tre frecce. Nulla è rimasto degli altri tre Prodi che erano dipinti sulle stessa parete.
Gli eroi si ergono dagli spalti merlati di un castello, indossano realistiche armature che erano in uso a quel tempo e, attraverso la visiera alzata dell’elmo, lasciano vedere il loro volto. L’attenzione alle insegne, cara alla cultura cavalleresca, si esprime nella cura con la quale sono dipinti i grandi scudi colorati. Ad impreziosire la parata dei Prodi, compaiono in mezzo a loro alcuni alberi di melograno, mentre dalle aperture ad arco poste sotto i merli del castello, fanno capolino le teste di alcuni cani di razza. La scena è delimitata in basso da falsi tendaggi e in alto da un ampio motivo decorativo composto da forme geometriche intrecciate, di colore rosso e giallo ocra.
In riferimento all’autore del ciclo pittorico di Villa Castelnuovo, databile nel secondo quarto del XV secolo, la critica ha proposto, sulla base di considerazioni storiche e stilistiche che appaiono sufficientemente provanti, una sua identificazione con Giacomino da Ivrea.

Luogo di custodia dei materiali:
Gli affreschi del “ciclo dei Prodi di Villa Castelnuovo” sono conservati a Cuorgnè presso il Museo Archeologico del Canavese. (vedi scheda)

Informazioni:
In frazione Villa Castelnuovo.  Comune tel. 0124 659660

Links:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ciclo_dei_Prodi_di_Villa_Castelnuovo

http://web.tiscalinet.it/Nigra/articolo_villa/articolo_villa_1.html

http://mefrm.revues.org/601

Bibliografia:
C. BERTOLOTTO, M. CIMA, L. GHEDIN, F. GUALANO, G. SCALVA, Il ciclo gotico di Villa Castelnuovo. Intervento di salvataggio e valorizzazione, Ed. Nautilus, Torino, 2006

Fonti:
Fotografia in alto da Wikipedia;  Piantina da http://mefrm.revues.org/601; fotografia in basso GAT.

Data compilazione scheda:
29/06/2007 – aggiornam. maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

castelnuovo_prodi