Buttigliera d’Asti (AT) : Chiesa cimiteriale di San Martino

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Storia del sito:
Tutte le fonti concordano nel riconoscere nella regione occupata dalla chiesa (regione Marcarolo) il territorio dell’antica Mercurolium, villaggio incastellato scomparso negli ultimi decenni del XV secolo. La chiesa pare attestata fin dal 1034 in una carta di permuta fra i conti di Pombia e Rodolfo, abate di Nonantola. La decadenza e l’abbandono dell’abitato e della chiesa furono favoriti senza dubbio dalla presenza della vicinissima Buttigliera, una villanova fondata dagli astigiani tra il 1264 e il 1269. Ben presto i buttiglieresi si costruirono nel centro del paese una chiesa parrocchiale a tre navate, la quale dovette soppiantare la vecchia chiesa di Mercurolium. La nuova chiesa fu dedicata a San Biagio, ma la parrocchia conservò fino ai nostri giorni il titolo di “parrocchia di San Martino”. In seguito tanto la parrocchia quanto la chiesa di San Martino risultano dipendere dall’Ordine ospitaliero di san Giovanni di Gerusalemme, detto di Malta e ciò farebbe supporre l’esistenza nella zona di un “ospedale” per i pellegrini. La chiesa di San Martino subì nel corso dei secoli numerosi interventi di restauro che hanno permesso di evitarne il crollo. In particolare la facciata fu completamente demolita e ricostruita dopo il 1875.

Descrizione del sito:
L’edificio orientato ad aula rettangolare, coperta da un tetto a capanna, è completato da un un’abside semicircolare. La facciata è recente di gusto neo romanico a salienti. Il prospetto sud è diviso in due settori da una lesena. La prima campitura ha muratura composta di mattoni piuttosto lunghi, molti dei quali incisi con date ed iscrizioni, la seconda è a corsi alternati di blocchi di pietra squadrati e mattoni. Per una tradizione diffusa nel Monferrato (Scandeluzza, Viarigi, Montechiaro, Marentino, Tigliole, Casorzo, Andezeno e altrove) non è raro incontrare pareti di edifici romanici, in particolare di chiese cimiteriali, recanti dei graffiti ottenuti incidendo l’arenaria o il mattone con punte di ferro o legno: croci, cerchi, scale, figure antropomorfe si alternano a scritte o date. I primi osservatori affermarono di aver visto nel San Martino una scritta recante la data 1011. Ciò che oggi è ancora visibile è databile tra il XVI e XIX secolo. In genere si tratta di nomi di persone morte affiancati dalla data dell’evento (“TOMA CAVAL 1754”, “TERESA GONETA 1768, “JOANNE BELLONNE 1717”, “1756: 3 APR:BERNARDO SOLARO”), in altri casi sono semplicemente sigle (“P:A:A”, “P:A:A:M”) o croci, a volte poste al vertice di un triangolo, quando il graffito non si limita a sole date (“1553”, “1654+”). A volte ci troviamo in presenza di vere e proprie notazioni storiche, due delle quali risalenti al XVI secolo: – “1544 24 MAR: PARS [U]NA MOENIAR[UM] OCCIDIT MULIER[ES] SEX” (che si riferisce forse al crollo di un tratto della parete di cinta del ricetto su sei sfortunate passanti) – A D 1522 MAXI[M]A PESTI[S] VIGEBAT BUTIGLER[IA] Nella parte bicroma della parete è murata una lapide sicuramente anteriore al XIV secolo per il tipo di scrittura usata, che si ritiene la più antica: HIC IACENT SEPULTI SACERDOTES DEI . L’abside con muratura di mattoni è divisa in tre campiture da due contrafforti molto aggettanti. Nella prima e nella terza campitura si aprono monofore con archivolto monolitico. Coronamento con modanatura di pietra su mattoni sporgenti. La parete nord nella parte centrale presenta ciottoli e mattoni disposti disordinatamente a “spina di pesce” o di taglio e legati con abbondante malta. Superiormente si trovano due larghe monofore tamponate L’interno conserva tracce dell’originaria decorazione ad affresco dell’abside. Risalenti alla metà del XV secolo, i dipinti appartengono a non meno di due artisti. Nel semicatino troviamo un affresco in cattive condizioni che rappresenta il Cristo in mandorla affiancato dai simboli dei quattro evangelisti. Nella parete sono leggibili le figure di un santo in veste rossa, forse San Martino, e a destra di un San Bernardo; frammenti di colore fanno presumere l’esistenza di altre figure. La scritta «Hic Bartolomeus de Solaro fecit» ha suggerito l’ipotesi che questo fosse il nome del pittore del ciclo, ma il patronimico farebbe piuttosto pensare ad un committente della famiglia Solaro. I vani sotterranei e le finestrelle rozzamente aperte nel basamento absidale sono di fattura moderna

Informazioni:
Strada comunale di San Martino, all’interno del cimitero. Info Comune tel. 011 9921812

Link:
http://www.comune.buttigliera.at.it/

Bibliografia:
VANETTI G., 1984, Chieri ed il suo territorio, Edizioni Corriere, 1995
Le chiese romaniche delle campagne astigianE a cura di Liliana Pittarello, Asti, pp. 38-41

Fonti:
Fotografie dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
19 aprile 2004 – aggiornam. febbraio 2014 – aprile 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Mauro Marnetto – Gruppo Archeologico Torinese

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