Rivalta (TO) : Cappella dei SS. Vittore e Corona

Storia del sito:
La cappella dei SS. Vittore e Corona è menzionata per la prima volta nel 1047, quando l’imperatore Enrico III la donò ai canonici di San Solutore di Torino. Nel corso del XII secolo, periodo al quale risale probabilmente l’attuale edificio, appartenne a San Giusto di Susa. Dal XIII secolo fece parte dei possedimenti del Monastero di Rivalta, al quale fu sottoposta sino alla sua soppressione, alla fine del XVIII secolo.
Pesanti rimaneggiamenti hanno alterato l’impianto medievale dell’edificio: intorno al 1681 furono aggiunti il portico di ingresso, le due cappelle laterali simmetriche, il campanile e un imponente altare barocco, che limita l’accesso all’abside. Nel 1833 fu destinata a lazzaretto in seguito ad una epidemia di colera e le pareti interne ricoperte da uno spesso intonaco di color rosa. A tali interventi si deve la perdita di una parte dei preziosi affreschi quattrocenteschi che decoravano la navata, riportati alla luce da un restauro nel 1998. I restauri degli affreschi dell’abside erano già stati eseguiti nel 1996-1997.

Descrizione del sito:
Rivelano l’originaria struttura romanica, a navata unica, la decorazione ad archetti pensili in facciata e l’abside semicircolare, spartita da lesene. Sulla parete esterna, sotto il portico, un affresco del 1709 con san Vittore a cavallo.
La decorazione dell’abside,che risale al XV secolo, segue il modello romanico con la rappresentazione, nel catino, di Dio Padre con la barba bianca, con la mano destra nel gesto della benedizione, racchiuso da una “mandorla” e dei simboli degli Evangelisti. Ai lati, nella parte inferiore, le figure di san Vittore con la spada, a sinistra, e di santa Corona con la palma del martirio, a destra.
Nel cilindro absidale, come di consueto, vi sono le figure degli Apostoli, contornate da una fascia decorativa a tessere alternate bianche e nere sullo sfondo bordeaux, della quale si trovano esempi analoghi in opere di Jaquerio e della sua scuola a Sant’Antonio di Ranverso, a Fénis, nel presbiterio di Pianezza e nel chiostro dell’Abbazia di Abondance (Donato G. in: Canavesio, 2000, pag.79-80). Gli Apostoli sono solo nove, i tre mancanti non furono mai dipinti.
L’inserimento del grande altare barocco distrusse l’affresco della “Messa di San Gregorio” di cui rimane solo un frammento.
Gli affreschi nella navata narrano le vicende e il martirio dei santi Vittore e Corona, culto nel Medioevo assai diffuso nel Monferrato e attestato a Rivalta anche dagli Statuti del 1247. Il ciclo è disposto sulla parete sud, su due registri, divisi in riquadri di diversa larghezza che si inseriscono, per la loro forza drammatica in un contesto pittorico di scuola jaqueriana. Notevole la crudezza della raffigurazione di alcune scene, come quella di alcune delle molte torture cui è sottoposto Vittore e dello smembramento di Corona. Per l’iconografia rimandiamo ai testi di Coden e di Gallo.
Sono raffigurati, sulla parete nord, mutili per l’apertura di una cappella, san Sebastiano, di cui si è conservato solo il bel volto, san Martino a cavallo, san Bernardino, san Grato e san Giovanni Battista.
Entrando nell’abside, a destra, sul piedritto dell’arco trionfale si trova una “Madonna del latte” di iconografia rara perché sta spruzzando il latte in bocca al Bambino che si agita e pare rifiutarlo, secondo Albrile, per probabile influsso gnostico; sullo sfondo è dipinta una struttura architettonica, con due alte bifore gotiche. Anche queste figure sono state attribuite da Augusta Lange ad un abile maestro ispirato ai modelli jaqueriani.
Nello sguancio sinistro della finestrella che si apre tra la figura di san Paolo e il gruppo di apostoli di destra, si trova una natura morta di carattere liturgico: due piccole ampolle per l’Eucarestia, un rotolo di pergamena, un aspersorio, il libro dei Vangeli ed una scatoletta per le ostie. Dietro le ampolle ci sono delle piccole candele e un cero votivo, riposto diagonalmente e dipinto ancora fumante con tutte le gocce della colatura della cera. Lungo l’asta del cero si vedono delle monete conficcate, poste in sequenza verticale. Osservandole con un forte ingrandimento risulta riconoscibile anche il loro conio […] Queste monete sono del tempo di Ludovico di Savoia (1434-1465)(Malafronte). Lo stesso motivo, leggermente variato, si ritrova nella cappella del castello di Fénis in Valle d’Aosta, che conserva opere di scuola jaqueriana (Gallo, 2003, pp. 68-69).

Sull’altare barocco è custodita in una nicchia, dietro la piccola pala, la statua del san Vittore che ogni anno viene portata in solenne processione alla chiesa parrocchiale.

Informazioni:
La chiesa dei Santi Vittore e Corona sorge fuori dal centro storico, a nord-est, su un’altura raggiungibile dalla strada che collega Rivalta e Rivoli.
Per le visite contattare l’Associazione Partita di San Vittore, tel. 011 9091186.

Links:
http://www.comune.rivalta.to.it/il-comune/territorio/beni-storici/cappella-dei-santi-vittore-e-corona

http://www.jaquerio.afom.it/rivalta-di-torino-to-chiesa-ss-vittore-e-corona/

https://www.academia.edu/229880/Agiografia_e_iconografia_dei_santi_Vittore_e_Corona

https://www.facebook.com/watch/?v=527292971508185

Bibliografia:
ALBRILE E., Maternità incestuose e Madri visionarie. Due rappresentazioni anomale di religiosità femminile, in: «Mediaeval Sophia». Studi e ricerche sui saperi medievali, E-Review semestrale dell’Officina di Studi Medievali n° 15-16, gennaio-dicembre 2014, pp. 1-21
CANAVESIO W. et alii (a cura di), Jaquerio e le arti del suo tempo, Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Torino 2000
CODEN F. (a cura di), Il santuario dei Ss. Vittore e Corona a Feltre. Studi agiografici, storici e storico-artistici in memoria di mons. Vincenzo Savio, Belluno, Diocesi di Belluno-Feltre, Santuario dei Santi Vittore e Corona, 2004. (Gli affreschi di Rivalta sono trattati nelle pp. 229-49)
GALLO L., La chiesa dei Santi Vittore e Corona, in: Tesori del Piemonte – Rivalta di Torino. Guida-ritratto della città, Editris, Torino 2002, p. 89 ss.
GALLO L., Gli affreschi quattrocenteschi della Chiesa dei Santi Vittore e Corona di Rivalta di Torino, in «Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti» N.S. 54-55, 2003-2004, p. 69
GALLO L., I Santi Vittore e Corona. Un’antica tradizione cultuale a Rivalta di Torino, in : R. Comba-L. Patria (cur.), L’Abbazia di Rivalta di Torino nella storia monastica europea, Torino 2007, pp. 571-596.
LANGE A., Gli affreschi di San Vittore a Rivalta Torinese [S.l. : s.n., 1983?!. – 7 p. (Estr. da: Bollettino della Società piemontese di belle arti, n.s., 35-37, 1981-1983
MALAFRONTE P., Gli affreschi di San Vittore a Rivalta di Torino, Tesi di laurea rel. G. Romano, Università degli studi di Torino – Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2007-2008, pp. 83-84-85
PEDRANI  G., La cappella dei santi Vittore e Corona. Rivalta di Torino, Alzani, Pinerolo TO 2012
Crosta articolo-Taurasia_2020

Fonti:
Notizie e foto dai siti sopra citati.

Data compilazione scheda:
4 luglio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese